giovedì 4 settembre 2008

COMUNICATO Essere un riformato parziale per causa di servizio non è affatto una bella cosa !!!

Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia
SEGRETERIA PROVINCIALE PESCARA
Tel. 085.2057387 - fax 085.28481 – e-mail: pescara@siulp.it
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COMUNICATO
Essere un riformato parziale per causa di servizio non è affatto una bella cosa !!!

Ovvio per “cosa non bella” non intendiamo dire che il soggetto di tale provvedimento non è
una cosa bella o che abbia qualcosa di cui vergognarsi per sua condizione, anzi in un certo senso potrebbe quasi esserne orgoglioso, ma diciamo che l’esperienza che il collega ha vissuto e poi tutta la trafila burocratica che l’ha portato a essere quello che è, non può senz’altro considerarsi un’esperienza da augurare al proprio peggior nemico.
Benché i tempi attuali sembrino non darci ragione o quantomeno supporto psicologico (vedasi Onorevole Ministro Brunetta), chi sceglie l’impiego pubblico di Agente della Polizia di Stato generalmente lo fa per un intima e pura convinzione, si può benissimo parlare di vocazione.
Il Poliziotto ama il suo lavoro, a noi del Sindacato piace pensarla così, a dispetto di chi pensa il contrario e a volte gode nel farlo.
La Storia che a detta di illustri filosofi, spesso dovrebbe insegnarci qualcosa, bella o brutta
che sia, tragica o romantica, la storia che ci ha nostro malgrado consegnato tanti orfani di colleghi caduti nell’adempimento del loro dovere e che in subordine ci consegna colleghi menomati della loro originaria efficienza e “idoneità” al servizio, sembra non scalfire minimamente la coscienza o laddove vi sia, la sensibilità di un nostro ben identificato“Superiore”.
In ambienti dove le emergenze si susseguono, dove la Polizia di Stato è chiamata sempre a
salvare il salvabile, lotta contro criminalità organizzata, terrorismo, stranieri ecc., in questi ambienti spesso come molti di noi Poliziotti abbiamo constatato da esperienze personali, il rapporto tra l’Agente e il Funzionario che si instaura è sempre un rapporto di simbiosi, un rapporto fatto di umanità, di stima e di rispetto vero e non condizionato, come nel nostro caso, da alcun ricatto morale o timore.
Un rapporto che va oltre il regolamento della Polizia di Stato, un rapporto dove tanti colleghi ci hanno lasciato la pelle pur di difendere il credo per cui erano entrati in Polizia: rimanere a tutti i costi in prima linea, a fianco dei Funzionari, per portare a termine la lunga battaglia iniziata, nonostante tutto e tutti, ottenendo poi i risultati che tutti conosciamo tramite le cronache o le nostre esperienze di Poliziotti.
Ci chiediamo allora se nella Questura di Pescara tali principi ispiratori siano ancora condivisi, ma se un funzionario prende di mira un Poliziotto nel suo Ufficio, apparentemente per questioni di lavoro, per poi scoprire perché questi è inabile in modo parziale al lavoro di Polizia, facendogli capire in modo neanche troppo elegante di volersene disfare, resta difficile dare una risposta affermativa.
Proprio in questi giorni si è scoperto che un collega, benché supportato da decreti e pareri,
emessi da autorevoli commissioni mediche, sui quali viene indicato ciò che può e non può fare, viene tuttavia impiegato quotidianamente in mansioni diverse da quelle previste. Nonostante la sua abnegazione, il funzionario lo perseguita con vessazioni dirette o indirette.
Lo stesso funzionario nel salotto “buono” della Questura ed in alcune cene conviviali con il personale si vanta della propria rudezza nei confronti dei dipendenti subordinati, quasi a dimostrare che si sta partecipando ad una gara di “massacro psicologico” e dove, cosa ancora più grave, il suo atteggiamento trova la compiacenza di più elevati “Superiori”.
Viene da pensare che tale comportamento, ultimo di una lunga serie messi in atto dal predetto funzionario, nella migliore delle ipotesi lascia palesare un’ansia da prestazione nei confronti del Questore e delle sue eventuali direttive, mentre nella peggiore lascia pensare che il timore sempre espresso dal SIULP, circa il conflitto tra interesse dell’Amministrazione e quello sindacale, per determinate sigle sindacali continua ad essere attuale e tangibile.
Pur confidando nell’intervento diretto del Questore, per porre fine a tali abusi e violazioni
della dignità dei colleghi, il SIULP sicuramente percorrerà tutte le superiori vie per denunciare le problematiche espresse, con l’intenzione di ripristinare al più presto un ambiente sereno e rispettoso di tutti.
Pescara, 02/09/2008
LA SEGRETERIA PROV.LE

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